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Tumore prostata

Camrelizumab nei pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato precedentemente trattato


Bloccare l'interazione tra PD-1 e i suoi ligandi è una promettente strategia di trattamento per il carcinoma epatocellulare avanzato.
Sono state valutate l'attività antitumorale e la sicurezza dell'inibitore anti-PD-1 Camrelizumab ( AiRuiKa ) nei pazienti pretrattati con carcinoma epatocellulare avanzato.

È stato condotto uno studio multicentrico, in aperto, randomizzato, di fase 2 in 13 siti di studio in Cina.
I pazienti eleggibili erano di età pari o superiore a 18 anni con una diagnosi istologica o citologica di carcinoma epatocellulare avanzato, progrediti o intolleranti al precedente trattamento sistemico e con un punteggio ECOG performancce status di 0-1.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Camrelizumab 3 mg/kg per via endovenosa ogni 2 o 3 settimane.

Gli endpoint primari erano la risposta obiettiva secondo revisione centrale indipendente in cieco e la sopravvivenza globale a 6 mesi in tutti i pazienti assegnati in modo casuale che avevano assunto almeno una dose di trattamento in studio.
La sicurezza è stata analizzata in tutti i pazienti trattati.

Tra il 2016 e il 2017, 303 pazienti sono stati sottoposti a screening per l'idoneità, di cui 220 sono stati assegnati in modo casuale e tra i quali 217 hanno ricevuto Camrelizumab ( 109 pazienti hanno ricevuto un trattamento ogni 2 settimane e 108 ogni 3 settimane ).

Il follow-up mediano è stato di 12.5 mesi. La risposta obiettiva è stata riportata in 32 su 217 pazienti ( 14.7% ).
La probabilità di sopravvivenza complessiva a 6 mesi è stata del 74.4%.
Eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o 4 si sono verificati in 47 pazienti su 217 ( 22% ); i più comuni sono stati aumento dell'aspartato aminotransferasi ( 10, 5% ) e riduzione della conta dei neutrofili ( 7, 3% ).

Camrelizumab ha mostrato attività antitumorale nei pazienti cinesi pretrattati con carcinoma epatocellulare avanzato, con tossicità gestibile, e potrebbe rappresentare una nuova opzione di trattamento per questi pazienti. ( Xagena2020 )

Qin S et al, Lancet Oncology 2020; 21: 571-580

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