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Tumore prostata

Nivolumab, un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, nel melanoma avanzato, trattato in precedenza con Ipilimumab


I risultati dello studio in aperto, randomizzato, di fase III, CheckMate -037, che ha messo a confronto Nivolumab ( Opdivo ), un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, e la chemioterapia scelta dal medico ( ICC ) nei pazienti con melanoma avanzato precedentemente trattati con Ipilimumab ( Yervoy ), sono stati presentati all’ESMO ( European Society for Medical Oncology ) Congress.

Sulla base di una analisi ad interim programmata dell’endpoint co-primario, il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) nei pazienti con almeno 6 mesi di follow-up, è stato del 32% nel braccio Nivolumab ( n=120 ) e 11% nel braccio di riferimento ICC ( n=47 ).

La maggior parte delle risposte ( 95% ) nel braccio Nivolumab era ancora riscontrabile e la durata mediana di risposta non è stata raggiunta.
Il tasso di risposta obiettiva era basato sui criteri RECIST valutati da un Comitato indipendente di revisione radiologica ( IRRC ).

I dati di sicurezza sono stati riportati per tutti i pazienti trattati nei bracci Nivolumab ( n=268 ) e ICC ( n=102 ).
La maggior parte delle reazioni avverse correlate al trattamento con Nivolumab erano di grado 1-2 e gestibili utilizzando gli algoritmi di trattamento raccomandati.
Gli eventi avversi di grado 3-4, farmaco-correlati, sono stati riportati rispettivamente, nel 9% e nel 31% dei pazienti trattati con Nivolumab e ICC.

Reazioni avverse gravi di grado 3-4, correlate al farmaco, sono state registrate nel 5% e 9% dei pazienti trattati rispettivamente con Nivolumab e ICC.
Non è stato riscontrato nessun caso di polmonite di grado 3-4 con Nivolumab.

Interruzioni del trattamento per reazioni avverse di qualsiasi grado, correlate al farmaco, si sono presentate nel 2% dei pazienti trattati con Nivolumab e nell’8% dei pazienti a cui è stato somministrato un chemioterapico scelto dal medico curante.
Non sono stati osservati decessi legati a tossicità di Nivolumab.

Nivolumab è un inibiore del checkpoint immunitario di PD-1, interamente umano, che si lega al recettore del checkpoint di PD-1, espresso sulle cellule T attivate.

CheckMate-037 è uno studio in aperto, randomizzato, di fase 3 ( n=370 ), che ha valutato il tasso di risposta obiettiva nel braccio Nivolumab, comparando la sopravvivenza globale nei pazienti trattati con Nivolumab con quella dei soggetti che hanno ricevuto ICC.
I pazienti inclusi nello studio sono stati randomizzati in un rapporto 2:1 a ricevere Nivolumab alla dose di 3 mg/kg in infusione endovenosa ogni due settimane ( n=268 ) o ICC ( Dacarbazina alla dose di 1000 mg/m² ogni tre settimane oppure Carboplatino AUC ( area sotto al curva ) 6 più 175 mg/m² di Paclitaxel ogni tre settimane; n=102 ), fino a progressione o tossicità inaccettabile.
I pazienti sono stati classificati in base all’espressione del ligando di PD-1, allo stato BRAF ( wild-type o mutato ) e alla migliore risposta al precedente trattamento con Ipilimumab.
Endpoint co-primari dello studio erano tasso di risposta obiettiva e sopravvivenza globale.
La risposta, misurata mediante i criteri standard RECIST, è stata valutata 9 settimane dopo la randomizzazione, ogni 6 settimane per i primi 12 mesi e, in seguito, ogni 12 settimane.

Il melanoma metastatico è la forma più letale della malattia e si manifesta quando il tumore si diffonde oltre la superficie della pelle ad altri organi, come linfonodi, polmoni, cervello e altre aree del corpo.
L’incidenza di melanoma è in aumento, da almeno 30 anni.
Si stima, che nel 2012, ci saranno nel mondo almeno 232.130 diagnosi di melanoma.
Il melanoma è, nella maggior parte dei casi, curabile se trattato negli stadi iniziali. Tuttavia, nello stadio avanzato, il tasso medio di sopravvivenza è storicamente di appena 6 mesi, con un tasso di mortalità a 1 anno del 75%. ( Xagena2014 )

Fonte: Bristol-Myers Squibb ( BMS ), 2014

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