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Tumore prostata

Lenvatinib migliora la sopravvivenza libera da progressione nei pazienti con carcinoma tiroideo differenziato refrattario allo Iodio radioattivo


I risultati dello studio di fase III SELECT ( Study of ( E7080 ) LEnvatinib in Differentiated Cancer of the Thyroid ) di Lenvatinib ( Lenvima ) nel trattamento del carcinoma tiroideo differenziato refrattario allo Iodio radioattivo ( RR-DTC ), pubblicati su The New England Journal of Medicine ( NEJM ), hanno dimostrato che Lenvatinib prolunga significativamente la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) di una mediana di 14.7 mesi.
Inoltre, Lenvatinib ha migliorato il tasso di risposta ( 64.8% ) dei pazienti con carcinoma tiroideo differenziato refrattario allo Iodio radioattivo rispetto al placebo ( 1.5% ).

Lo studio SELECT è una sperimentazione multicentrica, randomizzata, in doppio cieco, per pazienti con carcinoma tiroideo differenziato refrattario allo Iodio radioattivo ( n=392 ). E’ stato riscontrato un significativo prolungamento della sopravvivenza libera da progressione con Lenvatinib rispetto al placebo ( mediana rispettivamente di 18.3 mesi vs 3.6 mesi; hazard ratio, HR=0.21; intervallo di confidenza al 99% 0.14-0.31, P inferiore a 0.001 ).
Lenvatinib migliora significativamente il tasso di risposta rispetto al placebo ( 64.8% rispetto a 1.5%; P inferiore a 0.001 ).
Gli effetti avversi correlati al trattamento osservati con Lenvatinib ( superiori al 40%, per tutti i gradi ) erano ipertensione ( 67.8% ), diarrea ( 59.4% ), stanchezza ( 59.0% ), inappetenza ( 50.2% ), calo ponderale ( 46.4% ) e nausea ( 41.0% ).
Gli effetti avversi sono stati gestiti mediante riduzioni della dose e interventi standard ed erano maggiori con Lenvatinib.
Ci sono stati 6 ( 2.3% ) decessi correlati al trattamento.

Il carcinoma tiroideo differenziato è la forma più comune di cancro della tiroide e rappresenta circa il 90% di tutte le neoplasie tiroidee. Attualmente sono molto poche in Europa le terapie efficaci per il carcinoma tiroideo differenziato refrattario allo Iodio radioattivo.

Lenvatinib, somministrato per os, inibisce in modo selettivo le attività di diverse molecole, inclusi i recettori del fattore di crescita dell’endotelio vascolare ( VEGFR ), i recettori del fattore di crescita dei fibroblasti ( FGFR ), RET, KIT e i recettori del fattore di crescita derivato dalle piastrine ( PDGF ). Inibisce simultaneamente VEGFR, FGFR e anche RET, coinvolti in modo particolare nell'angiogenesi e nella proliferazione dei tumori della tiroide. Questo meccanismo rende Lenvatinib il primo trattamento che inibisce simultaneamente le attività chinasiche di FGFR 1-4 e VEGFR 1-3.
L'analisi strutturale cristallografica ai raggi x di Lenvatinib ha inoltre confermato che si tratta del primo composto a mostrare una nuova modalità di legame ( tipo V ) al VEGFR2; l'analisi cinetica rivela una rapida e potente inibizione dell'attività chinasica. ( Xagena2015 )

Fonte: Eisai, 2015

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